GAMING (DIPENDENZA DA VIDEOGIOCO)

Il gaming o dipendenza da videogioco online e/o offline è un fenomeno in continua espansione che colpisce in modo particolare i giovani.

I giochi sono disponibili in tutti gli apparati elettronici, come computer, tablet, console e smartphone e se consideriamo il contenuto patologico dei videogiochi, è possibile dividerli in due categorie: Sparatutto e Picchiaduro e MMPORG.

  • Gli Sparatutto sono giochi il cui obiettivo principale è quello di sparare e uccidere il nemico con diverse armi; più nemici si uccidono e più sia ha la possibilità di andare avanti nell’esperienza di gioco. Si può giocare in prima persona e vedere il mondo virtuale con gli occhi del protagonista del gioco, oppure in terza persona. I Picchiaduro sono giochi il cui obiettivo principale è quello di affrontare i nemici in diverse modalità di lotta, utilizzando mani, gambe o armi da contatto. Entrambe le tipologie di videogiochi presentano un alto contenuto di violenza e aggressività. I dipendenti di questa prima categoria sono soprattutto bambini e adolescenti che hanno scarsa capacità di far fronte ad eventi stressanti e difficoltà nel gestire la rabbia. Questi utenti utilizzano il videogioco per evadere dai conflitti con genitori, coetanei e insegnanti e valutano il videogioco come unica modalità per scaricare rabbia, frustrazione e aggressività.
  • Gli MMPORG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game) sono giochi di ruolo per pc e console e danno la possibilità di giocare online con migliaia di utenti contemporaneamente. In genere l’ambientazione è fantasy, nella quale si sviluppa un conflitto tra le forze del bene e del male. L’obiettivo principale in questo caso è creare un avatar (immagine scelta dall’utente all’interno del mondo virtuale) e coltivare l’accrescimento di questo. I dipendenti di questa categoria sono principalmente adolescenti. Poiché sono giochi potenzialmente infiniti, con il tempo, la conseguenza patologica degli MMPORG è che il dipendente sostituisce completamente il mondo reale con quello virtuale con limitazioni devastanti nelle relazioni interpersonali e nella costruzione dell’identità.

Quali sono i campanelli d’allarme della dipendenza da videogiochi?

  • Totale assorbimento nel videogioco con tempi lunghi di esperienza di gioco senza pause
  • Abuso nella quantità di tempo dedicata al videogioco
  • Riduzione delle attività quotidiane, come sport e fare i compiti per dedicare il tempo al videogioco
  • Aumento dell’irritabilità se viene chiesto di interrompere il videogioco
  • Il videogioco sostituisce qualsiasi tipo di relazione.

Valentina Bennati

LA NOMOFOBIA

La nomofobia (nomo è l’abbreviazione di no-mobile) è un fenomeno recente e consiste in una vera e propria sindrome da disconnessione.

Riguarda quei soggetti che sperimentano emozioni negative, come rabbia, ansia e tristezza quando non sono connessi con il proprio smartphone. Tali emozioni vengono manifestate quando lo smartphone è scarico, quando non prende, quando si spegne o quando non riesce a collegarsi a Internet.

Il dipendente da smartphone mette in atto alcuni comportamenti, come guardare continuamente il cellulare per vedere se sono arrivati messaggi o chiamate; portare il cellulare sempre con sé, anche quando va a dormire o al bagno; portare sempre con sé il carica batteria; avere sempre credito e avere più smartphone a disposizione.

Valentina Bennati

…IL BAMBINO DI FRONTE ALLA MORTE DI UN GENITORE (Parte 4)

I GIORNI SUCCESSIVI AL FUNERALE

Nei giorni successivi al funerale sarà fondamentale rassicurare il bambino sulla sicurezza dell’ambiente in cui vive e sull’affetto delle persone a lui vicine. E’ importante che il bambino riprenda la routine quotidiana prima possibile, in quanto la percezione di prevedibilità delle situazioni e di continuità della vita di tutti i giorni aumentano il senso di sicurezza.

Il miglior modo per stare vicini ad un bambino che sta attraversando un lutto è quello di lasciarlo libero di esprimere tutta la sua sofferenza e fargli capire che è normale sentirsi così.

Il bambino può sentire rabbia, senso di colpa, paura, negazione, confusione e senso di solitudine. Ci possono essere perdita di appetito, mal di stomaco, mal di testa e disturbi del sonno. Tutte queste reazioni sono normali di fronte ad un evento così sconvolgente.

Ascoltando e osservando con attenzione il bambino in queste fasi possiamo riuscire a cogliere anche eventuali segnali di disagio che non ci sembrano congrui con la normale elaborazione del lutto.

Se ci accorgiamo per esempio che il bambino sembra “troppo tranquillo” o lo vediamo troppo cambiato rispetto a prima dell’evento non dobbiamo esitare a chiedere l’aiuto ad uno specialista.

Fonte: Onofri A., La Rosa C., (2015). Il lutto. Psicoterapia cognitivo evoluzionista e EMDR. Giovanni Cortina Editore

Valentina Bennati