CRITICISMO

Con il termine criticismo si fa riferimento ad un atteggiamento di rimprovero ripetitivo e pervasivo, dove colui che rimprovera mostra la propria disapprovazione a qualcuno, rispetto ad un presunto errore, in modo che questi si possa correggere (Sassaroli, Lorenzini, Ruggiero, 2006).

Cosa si cerca di ottenere attraverso questa forma di critica? Quali sono gli obiettivi di chi rimprovera?

  • far cambiare il comportamento o l’atteggiamento che si ritiene sbagliato (si ha la convinzione che facendo sapere all’altro che sbaglia è possibile che cambi e si comporti in modo diverso)
  • esercitare potere sull’altro facendolo sentire inferiore
  • ottenere un risarcimento (attraverso la sofferenza del rimproverato) rispetto al danno che si ritiene di aver subito a causa del comportamento scorretto dell’altro
  • far conoscere all’altro quanto si è sofferto a causa sua
  • sfogare la rabbia

Chi rimprovera si trova a sperimentare una serie di emozioni, come rabbia, ansia, tristezza, disprezzo e indignazione che gli causa molta sofferenza, ma nonostante ciò non riesce a fare a meno di adottare tale atteggiamento critico.

Cos’è che spinge chi rimprovera a perseverare con le critiche?

  • Con il rimprovero si raggiunge la modifica del comportamento altrui
  • non si rende conto della ripetitività con la quale mette in atto una strategia fallimentare
  • è consapevole della ripetitività ma pensa che insistendo l’altro cambierà prima o poi
  • non può fare a meno di rimproverare (il rimprovero viene vissuto come un impulso; considerato quindi un evento al di fuori del proprio controllo)
  • la rabbia è considerata insopportabile e gestibile solo con lo sfogo
  • si instaura poi un circolo vizioso nel quale l’eventuale ribellione del rimproverato porta ad un aumento della rabbia del rimproveratore e alla sensazione che l’altro lo stia danneggiando con cattive intenzioni. Di conseguenza aumenterà l’atteggiamento critico che a sua volta porterà ad una ulteriore ribellione e così via.

Cosa succede nella mente del rimproverato?

Colui che viene rimproverato si troverà sperimentare emozioni quali senso di colpa, valutando sé stesso come dotato di cattive intenzioni, responsabile di azioni dannose per sé e per l’altro; tristezza, valutando il rimprovero come conseguenza dell’inadeguatezza; rabbia e ribellione se il rimprovero è visto come torto subito ingiustamente.

Tenderà a sviluppare poca fiducia nelle proprie preferenze, opinioni e rispetto al proprio progetto personale e adotterà un atteggiamento autosvalutativo. Sarà inoltre dipendente dall’altro mosso dalla sensazione di aver bisogno de qualcuno per potersi gestire.

Valentina Bennati

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