PREVENZIONE DELLE RICADUTE NELLA DIPENDENZA DA INTERNET: Mindfulness Based Relapse Prevention (MBRP)

La Mindfulness è una tecnica meditativa che consiste nel prestare attenzione, nel momento presente, in modo intenzionale e non giudicante ai propri pensieri, alle proprie sensazioni corporee e alle proprie emozioni.

La Mindfulness Based Relapse Prevention (MBRP) è un protocollo di Mindfulness specifico per la prevenzione delle ricadute delle dipendenze da sostanze e comportamentali (Witkiewitz et al., 2005). La MBRP è strutturata come un protocollo di integrazione delle pratiche meditative orientali con i principi di psicoterapia cognitivo-comportamentale applicata alla dipendenza e agisce su stress, emozioni negative e comportamento patologico di ricerca di piacere derivante dall’utilizzo di Internet.

Si svolge in gruppo e l’obiettivo è quello di entrare in contatto con l’esperienza attuale.

Il dipendente da Internet affronterà il proprio disagio senza sfuggire da esso, imparerà a gestire le proprie emozioni e i propri impulsi che spesso lo portano a fare sesso online e giocare d’azzardo online. L’obiettivo sarà quello di guardare alla ricaduta, senza giudicarla né criticarla, ma affrontarla come se fosse un’opportunità di cambiamento e non come una sconfitta o un fallimento (fallire non significa “sono un fallito”, ma “ho fallito, però posso farcela”).

Con questo protocollo si cerca di aiutare il soggetto a comprendere gli schemi che lo legano alla dipendenza, con la possibilità di uscire da questi e allontanarsi dai comportamenti patologici.

La struttura del protocollo MBRP si articola in otto incontri a cadenza settimanale della durata di circa due ore. In ogni incontro vengono trattati diversi argomenti:

  • Pilota automatico e ricaduta: gli automatismi ci portano ad agire senza consapevolezza e ci spingono alla ricerca di gratificazione attraverso un comportamento disfunzionale come l’utilizzo incontrollato e patologico di Internet. L’obiettivo è quello di comprendere il perché il soggetto agisce con il pilota automatico.
  • Consapevolezza degli eventi che innescano la dipendenza da Internet: l’obiettivo è quello di comprendere le esperienze di vita che scatenano pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali legati all’uso di Internet.
  • La Mindfulness nella vita quotidiana: l’obiettivo è quello di portare la consapevolezza nella vita di tutti i giorni.
  • La Mindfulness nei comportamenti ad alto rischio: l’obiettivo è quello di insegnare al soggetto come utilizzare la Mindfulness nelle azioni che attivano il processo di dipendenza da Internet.
  • Accettazione e comportamento efficace: l’obiettivo è quello di imparare ad accettare alcune emozioni come ansia, rabbia e tristezza in modo che il soggetto possa compiere un’azione più efficace.
  • Vedere i pensieri come pensieri: l’obiettivo è quello di analizzare i pensieri che si attivano nel momento in cui si utilizza Internet in modo incontrollato e imparare a considerarli come semplici ipotesi e schemi mentali e non come realtà assolute.
  • Cura di sé e stile di vita equilibrato: l’obiettivo è quello di esaminare lo stile di vita attuale del soggetto, per comprendere cosa può essere dannoso e ad alto rischio per poi costruire un piano d’azione mirato alla cura del corpo e della mente.

Fonti:

  • www.istitutobeck.com
  • Witkiewitz K., Marlatt G.A., Walker D. (2005). Mindfulness-based relapse prevention for alcohol and substance use disorder. Journal of cognitive psychotherapy, 19(3), 211-228

Valentina Bennati

ESERCIZIO DI MINDFULNESS: DARE UN NOME ALLE PROPRIE EMOZIONI

Questo esercizio può essere fatto in due modi: applicando le istruzioni man mano che le leggi oppure leggendole tutte e ripercorrendole poi mentalmente quando decidi di applicarle.

  1. Assumi una posizione comoda e fai un respiro profondo. Mentre inspiri, senti l’aria che scende in fondo ai tuoi polmoni e al tuo addome, fino a raggiungere lo stomaco.
  2. Porta brevemente la tua attenzione su ogni zona del tuo corpo e nota la sensazione del peso del tuo corpo che sprofonda nel divano, nel letto o nella poltrona che ti sostiene.
  3. Nota ogni sensazione che avverti nel tuo corpo, focalizzandoti su una zona per volta.
  4. Porta l’attenzione alle tue emozioni mentre ti si presentano e dai loro un nome per renderle più concrete.
  5. Per ogni pensiero che ti passa per la mente, prova ad identificare l’emozione collegata a quel pensiero. Pensa a quell’emozione e chiamala per nome.
  6. Continua a prestare attenzione ai tuoi pensieri e a dare un nome alle emozioni che li accompagnano per 5 o 10 minuti.

Fonte: Neziroglu F., Donnelly K. (2016).Fuori da me. Superare il disturbo di depersonalizzazione. Erickson (pp. 106-107)

Scelgo le mie emozioni come fiori da mettere in un vaso di cristallo” A. Bruno

RESPIRAZIONE E ANSIA: Come l’eccessiva frequenza e profondità dei respiri aumenta la sintomatologia ansiosa

Cosa si intende per iperventilazione?

L’iperventilazione è una modalità di respirazione caratterizzata da una frequenza eccessiva (più di 14 respiri al minuto a riposo) e da una profondità eccessiva (si espande troppo la cassa toracica e poco la pancia) rispetto alle esigenze dell’organismo.

Respiriamo in questo modo quando percepiamo un pericolo, quando siamo in ansia, quando abbiamo paura, ovvero quando il nostro corpo è molto attivato per far fronte ad una minaccia reale o percepita (l’organismo ci prepara all’attacco o alla fuga). Questo tipo di respirazione a lungo andare diventa però fastidiosa e comporta sintomi che possono spaventare.

Come scoprire se stai respirando eccessivamente?

  • se respiri troppo velocemente (conta se fai più di 14 respiri al minuto a riposo)
  • se respiri troppo profondamente (la tua cassa toracica si espande troppo e la pancia poco)
  • se sbadigli o sospiri frequentemente
  • se hai bisogno di respirare a bocca aperta, per esempio anche quando devi fare qualche attività

Cosa sta succedendo?

Respirare troppo velocemente produce uno squilibrio nei rapporti tra Ossigeno e Anidride Carbonica, ossia troppo ossigeno e poca anidride carbonica. Questo comporta modificazioni fisiologiche e sintomi che possono spaventare.

Quali sono i sintomi da iperventilazione?

  • sensazione di testa leggera
  • sensazione di stordimento
  • sensazione di irrealtà e di stranezza nel corpo
  • sensazione di confusione
  • vertigini.

Se l’iperventilazione dura a lungo avremo:

  • tachicardia
  • rigidità muscolare
  • bocca e gola secche
  • mani sudate
  • tremori
  • sensazione di formicolio alle mani, piedi, viso
  • crampi muscolari
  • sensazione di mancanza d’aria (questo sintomo è quello che genera maggiore paura e spinge a respirare ancora più profondamente peggiorando i sintomi).

Cosa puoi fare?

Per monitorare la tua respirazione puoi contare il numero di respiri in un minuto in diversi momenti della giornata.

Se noti che il tuo respiro è troppo rapido e troppo profondo puoi iniziare a modificare la frequenza rallentando i cicli respiratori prendendo aria lentamente dalle narici e buttando fuori l’aria dalla bocca molto lentamente, facendo attenzione a respirare di pancia (buttandola in fuori quando inspiri e tirandola indietro quando espiri), non espandendo troppo la cassa toracica. In questo modo il corpo lentamente si distende, anidride carbonica e ossigeno tornano ad essere equilibrati e la mente a sua volta inizia a sentirsi più libera.

Esercizi di rilassamento, come il Training Autogeno e tecniche di meditazione, come la Mindfulness aiutano molto a mantenere una respirazione adeguata e rilassante.

Fonte: Taylor S. (2015). Disturbi di panico. Monduzzi Editoriale

Valentina Bennati