CEFALEA E PERSONALITA’: Quali sono le persone maggiormente colpite?

Esistono alcune somiglianze nei tratti di personalità tra coloro che soffrono di cefalea, pur tenendo conto della diversa storia personale e delle esperienze soggettive di ciascun individuo che stanno alla base delle varie patologie alle quali il soggetto stesso può andare incontro.

Quali sono queste somiglianze?

  • Tendenza a somatizzare pensieri disturbanti: alcuni studi dimostrano che tali persone in genere tendono a manifestare il loro disagio attraverso il corpo. Quando è difficile comunicare con la mente, è il corpo a parlare.
  • Tendenza a sentirsi sotto stress in varie situazioni (lavoro e vita quotidiana): alcune persone riferiscono di non riuscire a trovare momenti di svago e di riposo. Vi è una grossa difficoltà a rilassarsi.
  • Sono comuni tratti di perfezionismo, ambizione e rigidità: spesso è presente una notevole aspettativa verso sé stessi, un forte senso del dovere e la tendenza a chiedere a sé stessi sempre di più.
  • Incapacità di affidare ad altri compiti di responsabilità: sia perché è presente la convinzione che “io lo faccio sicuramente meglio”, sia per la scarsa fiducia verso l’altro.
  • Tendenza a scaricare l’ostilità e la rabbia attraverso un “attacco di mal testa”: quando la rabbia non può essere scaricata verso l’esterno, viene rivolta verso di sé.
  • Tendenza ad esprimere sentimenti di colpa attraverso il dolore fisico: in genere si parla di senso di colpa nei confronti dell’altro per qualcosa di cui il soggetto si ritiene responsabile.

Fonte: Bussone, Casucci, Frediani, Manzoni, Bonavita. Le cefalee: manuale teorico-pratico. Ed. Springer.

Valentina Bennati

IMPARARE A RICONOSCERE LA DEPRESSIONE

Depressione non vuol dire solo uno stato di profonda tristezza che è visibile a tutti. Si può essere depressi anche se non ce ne rendiamo conto, anche se agli occhi degli altri sembriamo contenti, apparentemente soddisfatti della nostra vita. Magari cerchiamo di farci vedere così!

Invece dentro di noi ci sentiamo infinitamente stanchi, privi di energia, annoiati da ciò che ci circonda, privi di interesse anche per le cose che fino a poco tempo prima ci appassionavano.

Ci sentiamo lontani e distaccati da chi ci sta intorno, anche dai nostri familiari e questo ci fa sentire tremendamente in colpa. Ma loro non ci capiscono, ci dicono “forza, tirati su, reagisci, mettici l’impegno e tutto si risolve!”. E così ci sentiamo sempre più soli, impotenti e senza speranza. Tutto il nostro mondo, il futuro, gli altri e noi stessi si coprono di un velo scuro, attraverso il quale è difficile vedere la luce.

Quindi è depressione?

Per parlare di depressione, di disturbo depressivo maggiore, devono essere presenti alcuni elementi, tra i quali marcato e duraturo umore depresso, mancanza di interesse, sintomi fisici e mentali (insonnia, scarso appetito, difficoltà di concentrazione, agitazione, sentimenti di inutilità…) per una durata di almeno due settimane e tali sintomi devono interferire in modo significativo con la vita quotidiana. La diagnosi di depressione viene fatta dallo specialista dopo una valutazione iniziale dei sintomi presentati, delle cause e dei fattori che mantengono il disturbo.

Forse non soffri di depressione, ma se hai qualche sintomo tra quelli elencati potresti essere a rischio. Di seguito ci sono alcune domande che, provando a rispondere, potrebbero aiutarti a capire se le emozioni che provi, i tuoi pensieri e il tuo comportamento rientrano nel quadro presentato.

Nel caso fosse così non esitare a chiedere aiuto.

  • Cosa senti fisicamente? Avverti qualche cambiamento nel tuo corpo?
  • A cosa pensi?
  • Quali emozioni provi?
  • Cosa fai e/o eviti di fare?

(www.istitutobeck.com)

Valentina Bennati

ESERCIZIO PER MANTENERSI NEL PRESENTE: GETTA L’ANCORA

Questo è un semplice esercizio per concentrarti e connetterti con il mondo intorno a te. Praticalo durante il giorno, in particolare tutte le volte che ti trovi incastrato nei tuoi pensieri ed emozioni.

  1. Pianta i tuoi piedi forte sul pavimento.
  2. Spingili verso il basso e senti il pavimento sotto di te che ti sta sostenendo.
  3. Nota la tensione dei muscoli delle tue gambe mentre spingi i tuoi piedi verso il basso.
  4. Nota il tuo corpo nella sua totalità e la sensazione della gravità che fluisce verso il basso attraverso la tua testa, la spina dorsale e le gambe fino ai piedi.
  5. Nota ciò che puoi sentire. Nota cosa stai facendo in questo momento.
  6. Adesso fai qualche respiro profondo e guarda se riesci a respirare giù fino in fondo ai tuoi piedi. E mantienili fermamente premuti sul pavimento.
  7. Nota come la tua mente continua a cercare di trascinarti da qualche altra parte e vedi se riesci a restare presente.
  8. Adesso guardati intorno e nota cosa puoi vedere e udire intorno a te. Nota dove sei e cosa stai facendo.

Fonte: Harris R. (2011). Fare ACT. Una guida pratica per professionisti all’Acceptance and Commitment Therapy. FrancoAngeli (pg 210)