IL PROCESSO DI ACCETTAZIONE

COME IMPARARE AD ACCETTARE QUELLO CHE NON PUO’ ESSERE CAMBIATO

Accettare non significa approvare quello che stiamo vivendo. Possiamo riuscire ad accettare una situazione anche se non la approviamo.

Se riusciamo ad accettare una situazione non vuol dire che ci siamo arresi o rassegnati.

Accettare non significa provare compassione. E’ soltanto più facile provare compassione se si accetta la realtà.

Accettare significa essere consapevoli che la situazione che stiamo vivendo che ci crea dolore non può essere cambiata e permettere alla tristezza di venire fuori, per poi lasciare spazio alla calma e alla liberazione finali.

QUANDO E’ UTILE ACCETTARE?

  • Di fronte ad un trauma o ad un grande dolore. Accettare vuol dire curare lentamente la ferita fino a che il dolore si attenua, anche se non scompare del tutto perché la cicatrice rimane.
  • La situazione che genera dolore non può essere cambiata in questo momento.

L’accettazione è un processo lungo che richiede il passaggio attraverso alcuni aspetti da affrontare.

RICONOSCERE E DISTINGUERE QUELLO CHE PU0’ ESSERE CAMBIATO DA QUELLO CHE NON PUO’ ESSERE CAMBIATO

Dobbiamo accettare solo i fatti reali che riguardano il nostro presente, il nostro passato e i nostri limiti riguardanti il futuro, ovvero gli ostacoli al raggiungimento dei risultati che vorremmo ottenere.

Non dobbiamo accettare tutte le convinzioni o distorsioni della realtà che non sono fatti reali:

  • Le esagerazioni: “Non mi piace niente della mia vita”
  • Le convinzioni catastrofiche: “Da quando mi ha lasciato non ho più niente”
  • Le distorsioni del passato: “Mio padre non mi ha mai voluto”
  • I giudizi: “Mia sorella è una stupida”

Queste convinzioni ci portano sofferenza, ma possono essere modificate in quanto possiamo metterle in discussione e creare nuove credenze che migliorano la nostra qualità di vita.

Una volta che abbiamo chiara questa differenza possiamo chiederci se ci stiamo ostinando contro i fatti reali e possiamo ricordare a noi stessi che la realtà, anche se è spiacevole, non può essere cambiata: questo è quello che è accaduto.

PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LE CAUSE DELLA SITUAZIONE CHE SI STA TENTANDO DI ACCETTARE

Scavare nel passato analizzando l’ambiente in cui siamo cresciuti, le esperienze che abbiamo fatto, le relazioni e così via possiamo comprendere meglio le nostre vulnerabilità e i nostri limiti: date queste cause, questo è il modo in cui i fatti sono accaduti. Questo ci aiuta a definire gli obiettivi più adeguati a noi stessi per migliorare la qualità di vita.

COINVOLGERE CORPO E MENTE NELL’ACCETTAZIONE

Mentre cerchiamo di capire cosa siamo disposti ad accettare, è importante utilizzare anche strumenti che ci aiutano a stare con le sensazioni, con i pensieri e con le emozioni che viviamo nel momento presente, come la Mindfulness, esercizi di rilassamento o visualizzazioni guidate.

IMMAGINARE DI AVERE GIA’ ACCETTATO

Possiamo fare una lista di tutti i comportamenti da utilizzare se avessimo già accettato i fatti. Successivamente possiamo provare a mettere in atto quei comportamenti proprio come se avessimo già accettato i fatti. Cerchiamo di capire cosa stiamo provando e cosa ci passa per la mente.

VIVERE IL DOLORE

Il dolore ci segnala che qualcosa non va e non può essere evitato. Solo accettando il dolore possiamo accettare anche la realtà.

Proviamo a lasciare spazio alla rabbia, alla vergogna, al rimpianto, alla delusione e liberiamo la tristezza.

Per arrivare all’accettazione è inevitabile passare attraverso la tristezza. Spesso abbiamo paura di lasciarci andare alla tristezza e abbiamo il terrore di far scorrere le lacrime perché siamo convinti di non uscire più dal baratro. In realtà è solo vivendo quella tristezza che ci liberiamo dai pesi. Liberazione e profonda calma sono le emozioni che seguono. E’ in questo momento che saremo pronti per impegnarci nell’accettazione.

Ogni persona ha i suoi tempi e vive il dolore in modo diverso. Non c’è un tempo adeguato per il percorso di accettazione. Esiste semplicemente il nostro tempo.

Fonte: Marsha M. Linehan (2015). DBT Skills Training Manuale. Raffello Cortina Editore

Valentina Bennati

CAMBIARE LE BRUTTE ABITUDINI IN 7 MOSSE

COME SOSTITUIRE LE CATTIVE ABITUDINI CON ABITUDINI SANE

Cos’è un’abitudine e come si instaura?

Un’abitudine è un comportamento automatico che mettiamo in atto in modo spontaneo, senza rendercene conto.

Le abitudini guidano il nostro comportamento, insieme alle convinzioni su noi stessi, sugli altri e sul mondo e agli obiettivi che vogliamo raggiungere.

Un’abitudine si forma attraverso l’apprendimento (spesso inconsapevole) di un comportamento, che con il tempo diventa automatico e viene messo in atto senza prestarvi attenzione.

Tutte le nostre attività quotidiane di routine costituiscono un’abitudine.

Abitudini positive e negative

Tutti abbiamo diverse abitudini cosiddette “sane”, ovvero azioni ripetute che ci fanno stare bene. Un’abitudine positiva o sana è un’azione che ci permette di semplificarci la vita: grazie alla possibilità di portarla avanti senza prestarvi attenzione, ci permette di agire in modo veloce e fluido, ci consente di fare più azioni insieme (per esempio telefonare e bere un bicchiere d’acqua, scrivere un messaggio mentre stiamo camminando) e risparmiare tempo.

Le abitudini sane sono tutte quelle abitudini che se le portiamo avanti ci fanno sperimentare emozioni positive, come soddisfazione, orgoglio, serenità e gioia.

Esempi di queste abitudini sono magiare sano, fare attività fisica, uscire con gli amici, coltivare una passione…

Tutti abbiamo, però, anche diverse abitudini cattive, ovvero azioni ripetute che ci fanno stare male.

Un’abitudine negativa è un’azione che abbiamo appreso e che nell’immediato ci porta dei benefici, ma a lungo termine costituisce un ostacolo per raggiungere i nostri obiettivi e non ha la funzione di agevolarci, ma al contrario ci porta a sperimentare emozioni non piacevoli come insoddisfazione, colpa, vergogna, rabbia e frustrazione.

Un esempio di cattiva abitudine può essere quello di rimandare la sveglia e rimanere più a lungo a letto nonostante sappiamo che faremo tardi: sul momento ci dà sollievo crogiolarsi nel nostro letto, ma ci farà arrivare tardi a lavoro e magari ci beccheremo l’ennesima sfuriata del capo.

Le cattive abitudini bloccano la strada verso i nostri obiettivi e per questo dobbiamo imparare a cambiarle e sostituirle con azioni alternative.

7 AZIONI PER CAMBIARE LE CATTIVE ABITUDINI

  1. Prendi un foglio e scrivi cosa desideri, quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere. Avere chiaro cosa vuoi, dove vuoi arrivare e come ci vuoi arrivare è fondamentale per sentirti motivato a cambiare. Senza la motivazione è difficile riuscire a cambiare le abitudini.
  2. Una volta definiti gli obiettivi, prendi un altro foglio e scrivi un elenco di tutte le tue abitudini quotidiane. Ti può aiutare ripercorrere mentalmente le tue giornate, sia lavorative che festive.
  3. Dopo avere scritto l’elenco di tutte le tue abitudini, prendi anche il foglio degli obiettivi, mettili uno accanto all’altro e chiediti (prendendo un’abitudine per volta): Mi aiuta o mi ostacola? Come mi fa sentire? Se l’abitudine ti è utile e ti fa stare bene segnala come “Abitudine Sana”. Se l’abitudine ti ostacola e ti fa stare male segnala come “Abitudine Cattiva”.
  4. Rifletti: quali abitudini vuoi togliere e quali azioni possono sostituirle? Per cambiare una cattiva abitudine è necessario apprendere azioni alternative che possono aiutare a stare meglio.
  5. Agisci per prove ed errori: una volta che hai individuato le possibili azioni alternative inizia a metterle in pratica. Solo provando potrai capire se le tue azioni sono efficaci oppure se non ti portano a raggiungere il risultato desiderato.
  6. Chiediti: questo comportamento funziona? Se l’azione alternativa che hai intrapreso non è adatta a te prova altre azioni e continua a cambiare fino a che non troverai l’abitudine che ti fa stare bene.
  7. Ogni volta che trovi l’abitudine alternativa adatta a te segnala accanto alla cattiva abitudine. Scrivi per ogni abitudine alternativa i benefici e tieni il foglio a portata di mano. Ti servirà per motivarti a mantenere la sana abitudine.

Fonti:

  • Castelfranchi C., Mancini F., Miceli M. (2002). Fondamenti di cognitivismo clinico. Bollati Boringhieri
  • Grassi G., Iatomasi R. (2020). Imparare ad amarsi. EPC Editore

Valentina Bennati

MEDITAZIONE: COSA FARE SE CI SENTIAMO SCORAGGIATI

Meditare è una pratica che ha tanti benefici, ma non è per niente facile! E’ normale sentirsi scoraggiati durante il processo. Questi 5 suggerimenti possono essere utili quando sentiamo di voler abbandonare la pratica (Siegel, Pedulla, Pollak, 2015. La Mindfulness in psicoterapia. Edra):

  1. E’ fondamentale avere pazienza: benefici quantificabili a livello cerebrale e prestazionale si hanno con una pratica costante di otto-dieci settimane. Per questo è importante pazientare; i cambiamenti sono lenti e graduali.
  2. I benefici si accumulano: molti cambiamenti si possono notare nel corso del tempo, guardandoci indietro nel nostro cammino sin dalla nascita.
  3. Prestare attenzione allo scoraggiamento: possiamo portare la consapevolezza anche su questo sentimento, notandone i pensieri, le sensazioni fisiche e le emozioni correlate.
  4. Essere gentili con sé stessi: è importante non giudicarci mai. Se la mente non riesce a stare sul compito e divaga al passato o al futuro, accettiamolo e semplicemente riportiamola sul presente.
  5. Non fare confronti: non paragonarsi agli altri è fondamentale. Ognuno ha le sue modalità e i suoi tempi. La cosa che possiamo fare è praticare al meglio delle nostre possibilità.