ANCHE QUESTO NATALE PASSERA’

COME AFFRONTARE LE FESTE QUANDO STIAMO SOFFRENDO

Ci siamo! Natale e Capodanno stanno arrivando e con loro anche il momento di tirare le somme e fare un bilancio su come è stato questo anno.

Non sempre siamo soddisfatti, magari ci manca qualcosa rispetto all’anno scorso oppure una persona a noi cara ci ha lasciato e quindi le festività diventano più difficili da affrontare o più dolorose.

Se non te la senti di festeggiare non sei obbligato!

E’ il periodo delle cene, del pensiero di fare i regali, delle telefonate per gli auguri, del ritrovo con gli amici e con i parenti, delle feste di lavoro… e tutto questo con il sorriso stampato in faccia per non far vedere che stai soffrendo e che non vorresti essere lì.

Se stai attraversando un periodo difficile e doloroso è normale provare tristezza, vuoto, voglia di piangere, malinconia. Questo può portarti ad avere mal di testa, disturbi della digestione e difficoltà a dormire.

E’ normale quindi non aver voglia di festeggiare e fingere di stare bene.

ALCUNI SUGGERIMENTI PER SOPRAVVIVERE ALLE FESTE:

SANO EGOISMO è lo strumento migliore che puoi utilizzare! Le persone che tengono a te riusciranno a capire.

  • Pensa a quello che è meglio per te in questo momento. Se non ti va di andare a tutte le cene o incontri, cerca di ridurli al minimo
  • Fai almeno una cosa al giorno che ti fa stare bene (leggere un libro, passeggiare, guardare una serie tv…)
  • Se sei ad una cena o ad un altro evento e ti ritrovi in una situazione spiacevole puoi sempre allontanarti. Non sei obbligato a restare lì (puoi trovare una scusa se non vuoi dire come ti senti)
  • Ogni volta che hai voglia di piangere fallo. Non trattenere le emozioni, è importante sfogarti sempre.

Fai un grande respiro, pensa al posto nel quale ti senti più al sicuro, cerca di richiamare tutte le emozioni di calma e di pace che questo posto ti evoca e ripeti:

Passerà anche questo e andrà tutto bene!

Valentina Bennati

COME AFFRONTARE LE VACANZE SE SEI DA SOLO

La parola vacanza evoca una sensazione positiva di relax e libertà. E’ il momento tanto atteso, quello al quale non possiamo rinunciare. E’ finalmente arrivato il momento in cui possiamo dedicarci a noi stessi e alle persone care.

Purtroppo non per tutti è così… chi è solo, chi ha subito un lutto, chi sta affrontando le conseguenze di un trauma, chi ha da poco concluso una relazione non è affatto felice di affrontare questo momento dove si ferma la routine e il resto del mondo esulta.

Le vacanze per queste persone sono molto dolorose. Disperazione, ansia, solitudine, stress sono alcune emozioni che possono emergere.

Tali emozioni sono legate a pensieri negativi che possono riattivarsi… lontano dal lavoro, dallo studio o da qualsiasi altra routine la mente è libera di spaziare e se non stiamo bene si concentra sul dolore.

Per affrontare queste vacanze estive puoi:

  • Riflettere su quali sono gli stimoli negativi che attivano i pensieri che ti fanno male. Questo ti permette di evitare luoghi, persone, cose che possono farti andare in crisi (é solo per questo periodo, poi è importante non prolungare l’evitamento perché a lungo termine non ti permette di elaborare il dolore!) oppure pianificare la strategia per affrontare tali stimoli attivanti.
  • Se decidi di andare in vacanza evita posti legati ai ricordi dolorosi. Scegli una meta diversa dalle altre del passato.
  • Concentrati sugli aspetti piacevoli del momento che stai vivendo (anche se stai soffrendo ce ne sono sicuramente se rifletti bene!) e cerca di renderli costanti.
  • Chiediti: “Cosa significa per me vacanza?” Quello che ci fa soffrire non è la vacanza in sé, ma cosa rappresenta per noi.
  • Concediti dei momenti in cui vivi il dolore, ma alterna momenti in cui ti prendi cura di te e fai qualcosa che ti dà sollievo.
  • Per arginare i pensieri negativi: immagina di inserirli uno ad uno all’interno di un contenitore o una scatola e mentre lo fai respira in modo profondo e lentamente.
  • Pensa infine alla possibilità di unirti ad un viaggio di gruppo organizzato… è un’opportunità per conoscere nuove persone.

Valentina Bennati

Può aiutarti fare questo esercizio

SENTIRSI IN COLPA: QUALE PUO’ ESSERE L’ORIGINE?

Cosa è successo nella mia storia che può avermi portato ad una ipersensibilità alla colpa?

Se mi rendo conto di non tollerare neanche il pensiero di poter essere responsabile di qualcosa di negativo e in genere faccio di tutto per evitare di sentirmi in colpa, è probabile che nella mia storia ho imparato che:

Essere colpevole è TERRIBILE!

Se penso alla colpa penso ad un peso al quale è impossibile dare un senso, come se non potesse esistere perdono.

Dove posso avere imparato la convinzione che “Essere colpevole è terribile e senza perdono?”

Per comprendere cosa mi ha reso vulnerabile al senso di colpa è necessario che scavi nei miei ricordi, nel passato, nella mia infanzia…

Posso provare a portare alla memoria i RIMPROVERI:

  • Come venivo rimproverato dai miei genitori o familiari? Com’era il tono di voce, l’espressione del volto? Venivo rimproverato in modo aggressivo, sprezzante?
  • Era sempre chiara la ragione del rimprovero? Oppure a volte venivo rimproverato in maniera imprevedibile e inaspettata?
  • La punizione che ricevevo era spropositata? Ricordo se mia madre o mio padre non mi parlavano più e mettevano il muso?
  • Mi veniva spiegato perché ero in punizione?
  • Avevo imparato a prevenire i rimproveri cercando di essere impeccabile?
  • Ho assistito indirettamente ai rimproveri, per esempio quando veniva rimproverato mio fratello? Cosa provavo in quei momenti?

Oltre al rimprovero, alla base dell’ipersensibilità alla colpa, ci possono essere esperienze di forte responsabilizzazione o al contrario di deresponsabilizzazione (“Lascia stare, non sei in grado, ci penso io!”).

Come si interviene in terapia?

In terapia si vanno a ricercare insieme episodi passati che possono averti reso sensibile alla colpa e si vanno ad elaborare questi ricordi attraverso varie tecniche come:

  • Imagery with rescripting ( Tecnica di visualizzazione guidata dove si accede al Sé bambino e al Sé adulto, facendo integrare i due Sé e permettendo al Sé adulto di dare un senso a quello che è successo)
  • EMDR

Valentina Bennati