LO DEVO FARE: QUANDO I MIEI BISOGNI SONO IN CONFLITTO CON LE RICHIESTE DEGLI ALTRI

SUGGERIMENTI PER GESTIRE IL CONFLITTO TRA GLI OBBLIGHI VERSO GLI ALTRI E LE TUE ESIGENZE

Se stiamo attraversando un momento difficile l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è stare tranquilli e ricevere supporto dalle persone intorno, da chi ci vuole bene.

In questi momenti bui vorremmo che il mondo si fermasse per darci il tempo di recuperare, di riposare. Vorremmo che anche chi ci sta intorno si fermasse con le richieste e le aspettative.

Purtroppo non è così. La vita continua a correre e gli impegni vanno avanti.

E così può capitare di sentire l’obbligo, per esempio, di partecipare ad una cena in famiglia che ci procura uno stress notevole. Vorremmo non andare, ma ci sentiamo in colpa e in dovere di andarci per il bene di tutti e per il quieto vivere.

ALCUNI CONSIGLI PER GESTIRE QUESTI MOMENTI DI CONFLITTO TRA “NON VORREI MA DEVO”

  • Metti dei limiti alle visite ad amici e parenti che ritieni difficili da affrontare: per esempio riduci il tempo di permanenza (se di solito passi una serata con loro puoi ridurre ad un’ora)
  • Invita un tuo amico, con il quale ti senti a tuo agio, a casa tua per supportarti e farti compagnia
  • Fai passeggiate, leggi un libro o qualsiasi altra attività che ti dà sollievo prima di svolgere gli impegni dovuti, in modo da alleggerire il carico emotivo
  • Fai esercizi di rilassamento e di respirazione prima di affrontare i momenti stressanti
  • Cerca di essere il più indipendente possibile, per esempio utilizza la tua auto per recarti nei vari luoghi d’incontro, in modo da toglierti dalla situazione quando lo ritieni opportuno
  • Riduci al minimo gli impegni: sposta ciò che può essere rimandato in momenti in cui ti senti più stabile emotivamente.

Fonte: Boon, Steele, Van Der Hart (2013). La dissociazione traumatica. Mimesis

Valentina Bennati

MEDITAZIONE: COSA FARE SE CI SENTIAMO SCORAGGIATI

Meditare è una pratica che ha tanti benefici, ma non è per niente facile! E’ normale sentirsi scoraggiati durante il processo. Questi 5 suggerimenti possono essere utili quando sentiamo di voler abbandonare la pratica (Siegel, Pedulla, Pollak, 2015. La Mindfulness in psicoterapia. Edra):

  1. E’ fondamentale avere pazienza: benefici quantificabili a livello cerebrale e prestazionale si hanno con una pratica costante di otto-dieci settimane. Per questo è importante pazientare; i cambiamenti sono lenti e graduali.
  2. I benefici si accumulano: molti cambiamenti si possono notare nel corso del tempo, guardandoci indietro nel nostro cammino sin dalla nascita.
  3. Prestare attenzione allo scoraggiamento: possiamo portare la consapevolezza anche su questo sentimento, notandone i pensieri, le sensazioni fisiche e le emozioni correlate.
  4. Essere gentili con sé stessi: è importante non giudicarci mai. Se la mente non riesce a stare sul compito e divaga al passato o al futuro, accettiamolo e semplicemente riportiamola sul presente.
  5. Non fare confronti: non paragonarsi agli altri è fondamentale. Ognuno ha le sue modalità e i suoi tempi. La cosa che possiamo fare è praticare al meglio delle nostre possibilità.

SE MEDITANDO…MI ADDORMENTO!

Ci sono 3 motivi principali che possono portarci a dormire durante la meditazione:

  1. Non siamo abituati a stare nella terza dimensione di coscienza, ovvero la Mindfulness o piena presenza sul momento che stiamo vivendo. La prima dimensione è la Veglia, mentre la seconda dimensione è il Sonno. Significa quindi che, per imparare ad essere consapevoli e presenti in quello che ci sta accadendo abbiamo bisogno di allenarci e praticare con costanza, anche pochi minuti al giorno (bastano anche solo 3 minuti al giorno per iniziare).
  2. Non riposiamo abbastanza e il nostro corpo ha bisogno di recuperare energie. Se non dormiamo il tempo necessario per le nostre necessità, finiamo per recuperare involontariamente appena c’è un momento disponibile. Forse, in questo caso, se ci capita di addormentarci durante l’esercizio necessitiamo di un pò di riposo e abbiamo tutto il diritto di concedercelo. Una domanda utile da porci è: “Mi concedo il riposo oppure lo evito? E se lo evito, per quale ragione?”
  3. Se invece abbiamo riposato e dormito abbastanza, probabilmente non siamo ancora pronti per praticare la meditazione da fermi e quindi possiamo adottare alcune strategie che favoriscono la veglia e la vigilanza, come praticare ad occhi aperti, in piedi o camminando. Concediamoci tutto il tempo per abituarci alla pratica gradualmente.

L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra il bisogno di riposare e la voglia di stare svegli e praticare.

Valentina Bennati