CEFALEA TENSIVA: COME POSSO CURARLA?

Cos’è la cefalea tensiva?

La cefalea tensiva rappresenta la forma più frequente di cefalea primaria. Può essere episodica (se capita raramente) o cronica (se si presenta per più di 15 giorni in un mese o per oltre 6 mesi l’anno).

E’ caratterizzata da:

  • dolore localizzato in zona frontale o a livello della nuca (zona occipitale), mai pulsante, ma percepito come un peso o un cerchio alla testa, tipo morsa o pressione
  • l’intensità è lieve o moderata e non è aggravata da attività fisiche abituali come camminare o salire le scale
  • migliora con esercizi e attività rilassanti
  • è’ raramente associata a nausea o vomito
  • può essere accompagnata da fastidio per luce (fotofobia) e rumori (fonofobia).

Quali possono essere le cause?

La forma episodica è causata dall’assunzione di posizioni scorrette durante la giornata (per esempio chi lavora molte ore al computer) o da sforzi, mentre la forma cronica dipende da modificazioni funzionali del sistema nervoso centrale.

I sintomi possono essere legati a stress intensi, disturbi d’ansia o depressivi.

La causa scatenante induce una contrazione costante dei muscoli intorno alla testa e al collo portando un danno a livello dei tessuti e di conseguenza ad un’infiammazione. Il controllo della tensione muscolare, per coloro che soffrono in modo frequente di cefalea tensiva, risulta poco corretto e questo porta ad un’ulteriore contrattura muscolare, la quale aumenta il dolore e alimenta a sua volta la contrattura, dando luogo ad un circolo vizioso che si autoalimenta.

Quali sono le cure per la cefalea tensiva?

La cefalea tensiva si cura con un approccio multidisciplinare che include:

  • assunzione di farmaci miorilassanti
  • regolarizzazione dello stile di vita (sonno, alimentazione, attività fisica)
  • diario per facilitare l’identificazione di fattori scatenanti, dei sintomi e della frequenza degli attacchi
  • fisioterapia (massaggi, manipolazioni spinali…)
  • attività ed esercizi di rilassamento e meditazione (training autogeno, mindfulness, yoga…)
  • psicoterapia cognitivo comportamentale

Tutti questi interventi mirano a ridurre la frequenza degli episodi andando ad intervenire sui fattori psicologici che mantengono l’iperattivazione del sistema nervoso autonomo e la contrazione involontaria della muscolatura coinvolta.

Fonte: Alexander F. (1951). Medicina Psicosomatica. Giunti Barbera, Firenze.