ANXIETY SENSITIVITY: Paura della paura

L’anxiety sensitivity è la sensibilità psicologica stabile a valutare pericolosi o dannosi gli stati associati all’ansia e in generale è la sensibilità a considerare minacciosi gli stati interni di tipo neurovegetativo.

Le persone si differenziano rispetto alla predisposizione all’ansia e allo stesso modo si distinguono rispetto all’intensità del timore che tali sensazioni possono suscitare in loro.

Si riferisce quindi alla paura delle sensazioni legate ai correlati fisiologici dell’ansia, come palpitazioni, sensazione di soffocamento, tremori, fastidio al petto, confusione mentale… Queste sensazioni si verificano durante l’attivazione ansiosa, ma possono insorgere anche per altri motivi come sforzi fisici, ingestione di caffeina…

Tutti questi sintomi vengono valutati, dai soggetti con elevata anxiety sensitivity, come minacciosi o pericolosi a causa delle convinzioni riguardo alle conseguenze negative di queste sensazioni.

Tali convinzioni possono riguardare il timore delle conseguenze fisiche (la palpitazione può portare ad arresto cardiaco), il timore di perdita di controllo (la sensazione di confusione può portare alla pazzia) e infine il timore della visibilità dei sintomi ( i tremori possono portare ad essere ridicolizzati, umiliati).

L’anxiety sensitivity è quindi un costrutto che può essere visto come fattore di vulnerabilità e di mantenimento dei disturbi d’ansia, come il disturbo di panico (le persone con attacchi di panico hanno un’elevata anxiety sensitivity) ed è per questo importante indagarlo, monitorarlo e aiutare il paziente ad abbassarlo nel corso della psicoterapia.

Valentina Bennati