ESERCIZIO DI MEDITAZIONE: Il sé osservante

Porta la tua attenzione a ciò che ti sta attorno. Guardati in giro: cosa vedi? Magari ci sono delle finestre o dei mobili nel tuo campo visivo o magari sei all’aperto.

Presta attenzione a quello che ti circonda e per un minuto stai su questa esperienza di osservazione.

Adesso sposta la tua attenzione agli oggetti che stai toccando in questo momento, anche semplicemente la sedia che ti sostiene. Presta attenzione a questa esperienza di te che osservi ciò che stai toccando.

Adesso porta l’attenzione al tuo corpo. Ci stiamo avvicinando agli oggetti che hanno una rilevanza personale per te. Il tuo corpo è tuo, però non è “te”. Nota come puoi cogliere i diversi segnali che arrivano dalle varie parti del corpo: nota che sei “tu” ad osservare il tuo corpo. E ancora apprezza la distinzione tra il corpo che senti e che vedi e il “tu” che osserva.

Per un minuto concentrati solo sulle sensazioni provenienti dal tuo corpo.

Adesso sposta l’attenzione alle tue emozioni e ai tuoi pensieri. Nota come puoi sperimentare emozioni e pensieri e nota il “te” che sta osservando l’esperienza.

Porta ora l’attenzione alle tue convinzioni su di te, a che tipo di persona pensi di essere, al tuo carattere, al ruolo che ricopri nei vari ambiti della tua vita.

Questo è il modo in cui ti descrivi e probabilmente ci tieni molto a queste idee su di te. Nota che puoi sentirti una persona onesta o isolata o senza valore.

Considera che, a seconda dei periodi della tua vita, puoi avere creduto di più o di meno a queste etichette.

A volte sei figlio, a volte sei lavoratore, a volte sei paziente. Considera come ognuno di questi ruoli sia connesso in modo specifico a una certa situazione. I pensieri, le emozioni sono stati transitori e tutto cambia a seconda di come leggiamo le situazioni.

Porta l’attenzione su quel “tu” che è il punto da cui tutte queste osservazioni provengono.

Il momento presente, il qui ed ora, è il punto dal quale osservi. E’ il tuo punto di riferimento ed è l’unica cosa rimasta costante nel corso di tutta la tua vita.

Non gli oggetti del tuo ambiente, non il tuo corpo, non i tuoi pensieri o le tue percezioni e nemmeno i tuoi ruoli o le convinzioni radicate che hai su te stesso.

L’unica cosa che ti accompagna e resta sempre con te in tutto questo è il “qui” o il “tu” che osserva.

Considera come tutte le cose contro cui hai lottato e che hai tentato di cambiare non sono te in ogni caso.

Prova a vedere se riesci ad allentare un po’ la presa, a lasciar correre le cose, forte della consapevolezza di essere stato sempre “te stesso” in ogni cosa che hai attraversato.

Fonte: Neziroglu F., Donnelly K. (2016). Fuori da me. Superare il disturbo di depersonalizzazione. Erickson (pg 85-86)

ESERCIZIO DI MEDITAZIONE. Foglie in un ruscello

Immagina di essere sopra un ruscello e di guardare in basso verso l’acqua mentre la corrente si sposta da un lato all’altro del tuo campo visivo. Prova solo a mantenere questa immagine per un minuto e a sentire la velocità e il ritmo dell’acqua.

Adesso immagina alcune foglie che galleggiano sulla corrente e che vengono portate a valle una per volta. Una per volta le foglie entrano ed escono dal tuo campo visivo.

Ora immagina che ogni pensiero che ti viene in mente venga proiettato su una foglia mentre questa sta passando. Come il pensiero ti arriva, lascia che cada nel ruscello e se ne vada con la corrente galleggiando.

Quando un pensiero passa da un lato all’altro del tuo campo visivo, lascialo andare e fai posto al prossimo.

Il tuo compito è guardare il passaggio delle foglie, senza fermarlo e senza saltare nell’acqua e inseguire un pensiero nella sua discesa. Lascia semplicemente scorrere la corrente.

E’ molto difficile, comunque, che tu riesca a fare questo senza interruzioni e questo è il punto cruciale di questo esercizio. Ad un certo punto avrai l’impressione che il ruscello si sia fermato o sia scomparso, oppure di aver perso di vista il senso dell’esercizio, o di essere scivolato a valle insieme ad un pensiero invece di osservarlo semplicemente dalla sponda.

Quando questo succede, torna indietro di qualche secondo e guarda se riesci a trovare quello a cui stavi pensando o sentendo poco prima di essere trascinato via. Poi riprendi a immaginare i tuoi pensieri sulle foglie finché il ruscello non scompare una seconda volta, e così via.

Il tuo obiettivo principale è fare caso al momento in cui il ruscello si ferma per qualche ragione, e vedere se riesci a cogliere cosa è successo subito prima.

Nota come i pensieri che ti portano fuori rotta siano spesso tentativi mentali di risolvere problemi, ruminazioni e/o ossessioni su cose che ti preoccupano.

Fonte: Neziroglu F., Donnelly K. (2016). Fuori da me. Superare il disturbo di depersonalizzazione. Erickson (pg 83-84)