ESERCIZIO DI MEDITAZIONE: Il sé osservante

Porta la tua attenzione a ciò che ti sta attorno. Guardati in giro: cosa vedi? Magari ci sono delle finestre o dei mobili nel tuo campo visivo o magari sei all’aperto.

Presta attenzione a quello che ti circonda e per un minuto stai su questa esperienza di osservazione.

Adesso sposta la tua attenzione agli oggetti che stai toccando in questo momento, anche semplicemente la sedia che ti sostiene. Presta attenzione a questa esperienza di te che osservi ciò che stai toccando.

Adesso porta l’attenzione al tuo corpo. Ci stiamo avvicinando agli oggetti che hanno una rilevanza personale per te. Il tuo corpo è tuo, però non è “te”. Nota come puoi cogliere i diversi segnali che arrivano dalle varie parti del corpo: nota che sei “tu” ad osservare il tuo corpo. E ancora apprezza la distinzione tra il corpo che senti e che vedi e il “tu” che osserva.

Per un minuto concentrati solo sulle sensazioni provenienti dal tuo corpo.

Adesso sposta l’attenzione alle tue emozioni e ai tuoi pensieri. Nota come puoi sperimentare emozioni e pensieri e nota il “te” che sta osservando l’esperienza.

Porta ora l’attenzione alle tue convinzioni su di te, a che tipo di persona pensi di essere, al tuo carattere, al ruolo che ricopri nei vari ambiti della tua vita.

Questo è il modo in cui ti descrivi e probabilmente ci tieni molto a queste idee su di te. Nota che puoi sentirti una persona onesta o isolata o senza valore.

Considera che, a seconda dei periodi della tua vita, puoi avere creduto di più o di meno a queste etichette.

A volte sei figlio, a volte sei lavoratore, a volte sei paziente. Considera come ognuno di questi ruoli sia connesso in modo specifico a una certa situazione. I pensieri, le emozioni sono stati transitori e tutto cambia a seconda di come leggiamo le situazioni.

Porta l’attenzione su quel “tu” che è il punto da cui tutte queste osservazioni provengono.

Il momento presente, il qui ed ora, è il punto dal quale osservi. E’ il tuo punto di riferimento ed è l’unica cosa rimasta costante nel corso di tutta la tua vita.

Non gli oggetti del tuo ambiente, non il tuo corpo, non i tuoi pensieri o le tue percezioni e nemmeno i tuoi ruoli o le convinzioni radicate che hai su te stesso.

L’unica cosa che ti accompagna e resta sempre con te in tutto questo è il “qui” o il “tu” che osserva.

Considera come tutte le cose contro cui hai lottato e che hai tentato di cambiare non sono te in ogni caso.

Prova a vedere se riesci ad allentare un po’ la presa, a lasciar correre le cose, forte della consapevolezza di essere stato sempre “te stesso” in ogni cosa che hai attraversato.

Fonte: Neziroglu F., Donnelly K. (2016). Fuori da me. Superare il disturbo di depersonalizzazione. Erickson (pg 85-86)