STRESS E MAL DI SCHIENA

COME INTERROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO CHE MANTIENE IL MAL DI SCHIENA

Il mal di schiena cronico spesso può essere la conseguenza di una tensione muscolare causata e mantenuta da una condizione di stress.

Prima di chiamare in causa lo stress è importante, come per qualsiasi sintomo, effettuare una visita medica per escludere una causa organica alla base del dolore, come lesioni o anomalie strutturali, infezioni o tumori. Una volta esclusa la presenza di una condizione medica alla base, possiamo concentrarci sulla componente psicologica che influenza il mal di schiena.

In che modo lo stress si trasforma in mal di schiena?

Tutto può partire da un evento di tipo emotivo o fisico.

Può capitare, per esempio, di fare uno sforzo fisico eccessivo per sollevare un peso. Questo causa uno stiramento o uno strappo alla schiena che inizia a fare male (evento fisico).

In altri casi il dolore può iniziare da tentativi ripetuti di evitare emozioni sgradite, impedendo al corpo di rilassarsi e distendersi (evento emotivo).

In entrambi i casi (evento fisico ed emotivo) il dolore iniziale produce pensieri di preoccupazione (“Come faccio a lavorare se il dolore continua?”, “E se muovendomi peggioro?”…). Questi pensieri portano a provare ansia, che a sua volta produce tensione ai muscoli. La tensione muscolare aumenta il dolore e di conseguenza il dolore intenso suscita preoccupazioni più grandi.

In altre parole l’ansia di non tornare a stare bene porta a contrarre i muscoli e aumenta l’intensità con la quale avvertiamo le sensazioni dolorose derivanti dalla contrazione dei muscoli, mantenendo attivo il ciclo del mal di schiena.

Una volta che si è innescato il circolo vizioso tra dolore e ansia, partono anche altre emozioni, come la rabbia e e la frustrazione. Queste emozioni secondarie (chiamate così perché derivano da una valutazione che facciamo del dolore e dell’ansia che stiamo provando) aumentano la tensione muscolare.

Per riuscire a stare meglio è importante rompere questo circolo vizioso.

Come si interrompe il circolo vizioso che mantiene il mal di schiena?

PRIMO PASSO: COMPRENDERE IL PROBLEMA

Il primo passo consiste nel capire quale ruolo giocano, nel nostro disagio, la preoccupazione e la paura del dolore, notando tutti i pensieri di tipo ansioso che compaiono quando il dolore aumenta. Se riusciamo a capire che il dolore non è di natura ortopedica, ma è un problema di stress, saremo in grado di riprenderci in tempi brevi.

Suggerimento pratico: per monitorare i pensieri possiamo portarci dietro un blocchetto per appunti e segnare ogni volta che arriva un pensiero di preoccupazione relativo alla nostra schiena. E’ utile annotare il luogo in cui ci troviamo, il tipo di pensiero, l’emozione associata e la sensazione fisica correlata.

SECONDO PASSO: RIPRENDERE LE NORMALI ATTIVITA’

Ritornare alla nostra vita normale è fondamentale per sconfiggere il mal di schiena dovuto a stress.

Prima di tutto è importante che il nostro medico ci confermi che muoverci e fare le nostre regolari attività non crea danni alla nostra schiena. Una volta ottenuto il permesso del medico possiamo riprendere le attività che avevamo messo da parte a causa delle preoccupazioni per la nostra schiena.

Suggerimento pratico: scrivere nel blocchetto per appunti un elenco di attività quotidiane, lavorative, sociali, familiari che in questo momento stiamo limitando o evitando a causa della sofferenza. Per ogni attività scrivere se è Piacevole, Spiacevole o Neutra.

Una volta compilato l’elenco, scegliere l’attività da riprendere scegliendo per iniziare un’attività piacevole, non pericolosa per la schiena e che non richiede eccessivo impegno e concentrazione.

Riprendere piano piano le normali attività ci permette di aumentare il livello di soddisfazione, di limitare l’attenzione selettiva sul dolore e alleviare la paura del dolore.

TERZO PASSO: LAVORARE SULLE EMOZIONI SGRADITE

Oltre a lavorare sulla preoccupazione e sull’ansia relativa al dolore fisico è importante prendere in considerazione anche le altre emozioni che possono contribuire a mantenere la tensione muscolare, come la rabbia, la frustrazione, la tristezza.

Suggerimento pratico: può essere di aiuto praticare la Mindfulness per aumentare la consapevolezza delle emozioni, delle sensazioni fisiche e dei pensieri nel momento in cui si presentano, cercando di mantenerci il più possibile sul presente e impedendo alla mente di divagare e andare al futuro e al passato.

Mantenersi nel qui e ora, riconoscere pensieri ed emozioni che ci disturbano e accettarli sono gli elementi alla base di questa pratica.

La Mindfulness aiuta a non aver paura di certe emozioni considerate da noi stessi “pericolose”, favorendo il rilassamento della muscolatura e la riduzione del dolore.

Fonte: Siegel R. D. (2010). Qui e ora. Erickson

Può aiutarti fare questo esercizio di Mindfulness per il dolore cronico

TEST DI VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI STRESS (Holmes T., Rahe R.)

Questo test può aiutarti a capire il livello di stress che hai accumulato che può aver inciso e può incidere anche adesso sulle difficoltà che stai attraversando.

Segna gli avvenimenti che hai vissuto nell’ULTIMO ANNO e il punteggio corrispondente sulla destra. Al termine fai la somma totale e vedi a quale profilo appartieni.

  1. morte del coniuge 100
  2. divorzio 73
  3. separazione 65
  4. periodo di detenzione 63
  5. morte di un parente 63
  6. incidente o malattia grave 53
  7. matrimonio o inizio di una relazione 50
  8. licenziamento 47
  9. riconciliazione con il coniuge 45
  10. pensionamento 45
  11. problemi di salute di un membro della famiglia 44
  12. gravidanza 40
  13. problemi di natura sessuale 39
  14. arrivo di un nuovo membro della famiglia 39
  15. cambiamento del ruolo professionale 39
  16. mutamento della situazione economica 38
  17. morte di un amico intimo 37
  18. nuovo lavoro 36
  19. moltiplicarsi delle liti con il coniuge 35
  20. grossa ipoteca 31
  21. pignoramento per un debito o un’ipoteca 30
  22. nuove responsabilità sul lavoro 29
  23. uscita da casa di un figlio 29
  24. difficoltà con i suoceri 29
  25. importante successo personale 28
  26. inizio o fine dell’attività professionale del coniuge 26
  27. inizio o fine degli studi 26
  28. mutamento delle condizioni di vita 25
  29. variazione delle abitudini personali 24
  30. problemi con il datore di lavoro 23
  31. modifica dell’orario o delle condizioni di lavoro 20
  32. trasloco 20
  33. nuova scuola 20
  34. modifica degli svaghi 19
  35. variazione delle attività di volontariato 19
  36. mutamento delle attività sociali 18
  37. ipoteca o prestito per una somma relativamente bassa 17
  38. cambiamento dei ritmi del sonno 16
  39. variazione nel numero delle riunioni di famiglia 15
  40. modifica delle abitudini alimentari 15
  41. vacanze o viaggio 13
  42. festività di fine anno 12
  43. violazione della legge di scarsa entità 11

Calcola i punti totalizzati

Se il totale:

  • è inferiore a 150: il livello di stress che hai accumulato è ridotto; hai il 30% delle probabilità di ammalarti
  • è tra 150 e 300: il livello di stress che hai accumulato è piuttosto alto; hai il 50% delle probabilità di ammalarti
  • supera i 300 punti: il livello di stress che hai accumulato è decisamente alto; hai l’80% delle probabilità di ammalarti.

Per approfondire:

CEFALEA E PERSONALITA’: Quali sono le persone maggiormente colpite?

Esistono alcune somiglianze nei tratti di personalità tra coloro che soffrono di cefalea, pur tenendo conto della diversa storia personale e delle esperienze soggettive di ciascun individuo che stanno alla base delle varie patologie alle quali il soggetto stesso può andare incontro.

Quali sono queste somiglianze?

  • Tendenza a somatizzare pensieri disturbanti: alcuni studi dimostrano che tali persone in genere tendono a manifestare il loro disagio attraverso il corpo. Quando è difficile comunicare con la mente, è il corpo a parlare.
  • Tendenza a sentirsi sotto stress in varie situazioni (lavoro e vita quotidiana): alcune persone riferiscono di non riuscire a trovare momenti di svago e di riposo. Vi è una grossa difficoltà a rilassarsi.
  • Sono comuni tratti di perfezionismo, ambizione e rigidità: spesso è presente una notevole aspettativa verso sé stessi, un forte senso del dovere e la tendenza a chiedere a sé stessi sempre di più.
  • Incapacità di affidare ad altri compiti di responsabilità: sia perché è presente la convinzione che “io lo faccio sicuramente meglio”, sia per la scarsa fiducia verso l’altro.
  • Tendenza a scaricare l’ostilità e la rabbia attraverso un “attacco di mal testa”: quando la rabbia non può essere scaricata verso l’esterno, viene rivolta verso di sé.
  • Tendenza ad esprimere sentimenti di colpa attraverso il dolore fisico: in genere si parla di senso di colpa nei confronti dell’altro per qualcosa di cui il soggetto si ritiene responsabile.

Fonte: Bussone, Casucci, Frediani, Manzoni, Bonavita. Le cefalee: manuale teorico-pratico. Ed. Springer.

Valentina Bennati