RIMUGINIO PATOLOGICO (“WORRY”)

Il rimuginio patologico è un processo cognitivo che troviamo nei disturbi d’ansia e in particolare è tipico del Disturbo d’ansia generalizzato (DAG).

Consiste nella ripetizione mentale persistente e pervasiva di argomenti con valenza negativa, legati a minacce future; in altre parole è un processo cognitivo che implica pensieri negativi (sotto forma di dialogo con sé stessi) riguardo possibili minacce future.

Il rimuginio patologico ha alla base una serie di convinzioni positive e negative che contribuiscono anche al mantenimento del rimuginio stesso.

CONVINZIONI POSITIVE (Il rimuginio è uno strumento di soluzione dei problemi o di gestione delle situazioni):

  • tranquillizzazione: raffreddamento dei sintomi somatici dell’ansia (“Ci penso tanto ma sono meno agitato”)
  • soluzione dei problemi: il rimuginio mi aiuta ad affrontare il problema (“Ci penso tanto per risolvere la causa delle mie preoccupazioni”)
  • distrazione da guai ancora peggiori (“Mi serve a non pensare a cose ancora peggiori”)
  • scudo emozionale o preparazione al peggio (“Così i guai non arriveranno senza che me lo aspetti e mi spaventerò/soffrirò meno”)
  • rimuginio ascopico: come un impulso (“Non serve a niente, ma non riesco a non farlo”)

CONVINZIONE NEGATIVE (Il soggetto si preoccupa del suo rimuginare):

Convinzioni di pericolosità e incontrollabilità (“E’ pericoloso”, “Non ho il controllo”. “Può condurmi alla follia”)

Convinzioni di tipo autosvalutativo (rimuginare è segno di debolezza e mancanza di carattere) e convinzioni di colpa e aspettative di punizione (rimuginare può essere la causa di eventi negativi per sé o per gli altri e si accompagna quindi a colpa).

Il rimuginio patologico ha conseguenze sulla salute cardiovascolare (porta ad una riduzione del tono vagale), aumenta la tensione muscolare, può essere causa d’insonnia, irrequietezza, mal di testa, irritabilità, nausea, difficoltà di concentrazione, stanchezza e agitazione (Sassaroli, Lorenzini, Ruggiero, 2006)

Quali tecniche possiamo adottare contro il rimuginio?

Per ridurre il rimuginio sono molto efficaci le tecniche di rilassamento come il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo e le tecniche di meditazione, come la mindfulness.

Valentina Bennati

ATTEGGIAMENTO IPERPROTETTIVO DEL GENITORE: QUALI CONSEGUENZE NEL BAMBINO?

Siamo di fronte ad uno stile educativo caratterizzato da iperprotezione, ovvero un eccessivo atteggiamento protettivo, nelle situazioni nelle quali il genitore si occupa del bambino in ogni campo, lo tratta come se fosse più piccolo rispetto all’età che ha, si sostituisce a lui, non gli affida responsabilità. critica le sue opinioni e competenze nei compiti quotidiani, dona sicurezza quando il bambino non ha bisogno e trasmette al figlio l’idea del mondo come pericoloso (questo può riguardare la salute, le relazioni o qualsiasi novità). Tutto questo tende ad invadere lo spazio del bambino e mina i tentativi del bambino stesso di agire autonomamente.

Questi comportamenti messi in atto da parte del genitore hanno alla base le più buone intenzioni, poiché tra le sue convinzioni che lo spingono a portarli avanti vi sono:

  • rendere la vita facile al figlio
  • eliminare dolore e sofferenza
  • ogni esperienza spiacevole può diventare un trauma
  • il valore del genitore dipende da come si comporta in quanto genitore (deve evitare assolutamente errori!)

L’esistenza di tali convinzioni erronee nel genitore e il mantenimento dei comportamenti iperprotettivi hanno conseguenze negative a breve e lungo termine nel bambino:

  • non si allontanerà dal genitore e si sentirà in colpa anche se solo lo desidera
  • necessiterà di costanti conferme
  • avrà un’immagine di sé solo in relazione al genitore
  • tenderà a temere il mondo
  • avrà una visione di sé come incapace e inadeguato
  • tenderà a non tollerare le frustrazioni, in quanto sarà fermamente convinto di non potercela fare da solo.

Valentina Bennati

CONTROLLO PSICOLOGICO NEL BAMBINO

Lo stile educativo del genitore influenza lo stato mentale del bambino, ovvero le sue emozioni e il suo comportamento.

Il controllo psicologico è un comportamento che troviamo in genitori che adottano un atteggiamento ipercritico (“la critica rende più forte mio figlio”) o perfezionistico (“mio figlio deve raggiungere risultati importanti ed eccellere”) allo scopo di educare bene il proprio figlio.

Consiste in una forma di aggressività verbale espressa attraverso azioni che invadono il sé interiore del bambino e manipolano i suoi pensieri e comportamenti, non riconoscendo l’identità psicologica del bambino con i suoi confini e la sua unicità e indipendenza.

Costituisce una fonte di vulnerabilità per lo sviluppo di disturbi psichici nel bambino.

Il controllo psicologico si esercita attraverso:

  • induzione della colpa
  • amore contingente (amore solo in caso di buone performance)
  • infondere ansia
  • non riconoscere la prospettiva del bambino.

Vi sono due tipologie di controllo psicologico: una riguarda il controllo psicologico orientato alla dipendenza, che ha lo scopo di tenere il bambino entro i confini emotivi e fisici (correlato con problemi interpersonali) e l’altra riguarda il controllo psicologico orientato al successo, che ha lo scopo di rendere il bambino conforme alle proprie norme parentali per le proprie prestazioni (correlato con problemi di realizzazione e perfezionismo).

Valentina Bennati