CORONAVIRUS: HO PAURA

Quello che stiamo vivendo ha stravolto le nostre vite. Abbiamo perso tutti i nostri punti d’appoggio e dobbiamo riorganizzarci. Questo nemico invisibile è una minaccia per tutti: tutti siamo possibili vittime in ogni momento.

Di fronte a tutto questo avere paura è più che normale. La paura è un’emozione primaria che ci permette di prepararci all’attacco o alla fuga di fronte ad una minaccia e ci consente quindi di tenerci lontano dai rischi. Ci consente di sopravvivere. Una contenuta dose di paura ci attiva fisiologicamente e ci consente di far fronte alla minaccia con lucidità.

Quando la paura non ci aiuta?

  • Quando la paura diventa troppo elevata e sfocia nel PANICO
  • Quando il nostro organismo si mette in iperallerta e iniziamo a vedere ogni sintomo di mal di gola, colpo di tosse, raffreddore… come segno evidente di Coronavirus che ci spinge a misurarci la febbre di continuo e chiamare il medico per cercare rassicurazioni. In questi casi la paura può prendere la forma dell’IPOCONDRIA.
  • Quando la paura cerca di nascondersi dietro la RABBIA. Abbiamo tutti bisogno di dare un significato a quello che ci sta accadendo. Vogliamo sapere perché sta succedendo tutto questo e cerchiamo un colpevole sul quale riversare la nostra rabbia. Il colpevole può essere qualcuno lontano da noi (“da dove è partito il virus?”, “Qualcuno l’ha diffuso volontariamente?”) oppure vicino a noi e la rabbia viene rivolta a chi ci sta intorno.

In questi tre casi siamo troppo attivati e non possiamo essere lucidi per prendere le giuste precauzioni per proteggerci. Ma la cosa più importante da tenere presente è che in questo modo facciamo male al nostro corpo:

  • le difese immunitarie si abbassano
  • abbiamo poche energie per affrontare il virus (Associazione EMDR).

Il nostro corpo invece necessita di tutte le energie per combattere questo virus!

Con tutto quello che leggiamo sul web, con tutte le informazioni che ci arrivano dalla tv, con le testimonianze che leggiamo nei social è facile che la nostra paura non rimanga nei limiti e ci porti ad assumere comportamenti che ci portano a perdere il controllo della situazione.

Cosa possiamo fare per placare le nostre paure?

  • Limitiamo le informazioni scegliendo due momenti della giornata in cui informarci e il canale con cui farlo.
  • Distraiamoci, parliamo di altro. Parlare sempre della situazione aumenta lo stress.
  • Scarichiamo le tensioni attraverso l’attività fisica. Ci aiuta anche a migliorare la qualità del sonno che ne risente inevitabilmente dovendo stare sempre a casa.
  • Continuiamo, se possibile, le abitudini come cucinare, leggere un libro, guardare un film…
  • Isolamento non significa stare soli: telefonate ad amici, parenti per restare in contatto con l’esterno.

Credi di potercela fare e sarai già a metà strada (T. Roosevelt)

Valentina Bennati





ANXIETY SENSITIVITY: Paura della paura

L’anxiety sensitivity è la sensibilità psicologica stabile a valutare pericolosi o dannosi gli stati associati all’ansia e in generale è la sensibilità a considerare minacciosi gli stati interni di tipo neurovegetativo.

Le persone si differenziano rispetto alla predisposizione all’ansia e allo stesso modo si distinguono rispetto all’intensità del timore che tali sensazioni possono suscitare in loro.

Si riferisce quindi alla paura delle sensazioni legate ai correlati fisiologici dell’ansia, come palpitazioni, sensazione di soffocamento, tremori, fastidio al petto, confusione mentale… Queste sensazioni si verificano durante l’attivazione ansiosa, ma possono insorgere anche per altri motivi come sforzi fisici, ingestione di caffeina…

Tutti questi sintomi vengono valutati, dai soggetti con elevata anxiety sensitivity, come minacciosi o pericolosi a causa delle convinzioni riguardo alle conseguenze negative di queste sensazioni.

Tali convinzioni possono riguardare il timore delle conseguenze fisiche (la palpitazione può portare ad arresto cardiaco), il timore di perdita di controllo (la sensazione di confusione può portare alla pazzia) e infine il timore della visibilità dei sintomi ( i tremori possono portare ad essere ridicolizzati, umiliati).

L’anxiety sensitivity è quindi un costrutto che può essere visto come fattore di vulnerabilità e di mantenimento dei disturbi d’ansia, come il disturbo di panico (le persone con attacchi di panico hanno un’elevata anxiety sensitivity) ed è per questo importante indagarlo, monitorarlo e aiutare il paziente ad abbassarlo nel corso della psicoterapia.

Valentina Bennati