ATTEGGIAMENTO IPERPROTETTIVO DEL GENITORE: QUALI CONSEGUENZE NEL BAMBINO?

Siamo di fronte ad uno stile educativo caratterizzato da iperprotezione, ovvero un eccessivo atteggiamento protettivo, nelle situazioni nelle quali il genitore si occupa del bambino in ogni campo, lo tratta come se fosse più piccolo rispetto all’età che ha, si sostituisce a lui, non gli affida responsabilità. critica le sue opinioni e competenze nei compiti quotidiani, dona sicurezza quando il bambino non ha bisogno e trasmette al figlio l’idea del mondo come pericoloso (questo può riguardare la salute, le relazioni o qualsiasi novità). Tutto questo tende ad invadere lo spazio del bambino e mina i tentativi del bambino stesso di agire autonomamente.

Questi comportamenti messi in atto da parte del genitore hanno alla base le più buone intenzioni, poiché tra le sue convinzioni che lo spingono a portarli avanti vi sono:

  • rendere la vita facile al figlio
  • eliminare dolore e sofferenza
  • ogni esperienza spiacevole può diventare un trauma
  • il valore del genitore dipende da come si comporta in quanto genitore (deve evitare assolutamente errori!)

L’esistenza di tali convinzioni erronee nel genitore e il mantenimento dei comportamenti iperprotettivi hanno conseguenze negative a breve e lungo termine nel bambino:

  • non si allontanerà dal genitore e si sentirà in colpa anche se solo lo desidera
  • necessiterà di costanti conferme
  • avrà un’immagine di sé solo in relazione al genitore
  • tenderà a temere il mondo
  • avrà una visione di sé come incapace e inadeguato
  • tenderà a non tollerare le frustrazioni, in quanto sarà fermamente convinto di non potercela fare da solo.

Valentina Bennati

CONTROLLO PSICOLOGICO NEL BAMBINO

Lo stile educativo del genitore influenza lo stato mentale del bambino, ovvero le sue emozioni e il suo comportamento.

Il controllo psicologico è un comportamento che troviamo in genitori che adottano un atteggiamento ipercritico (“la critica rende più forte mio figlio”) o perfezionistico (“mio figlio deve raggiungere risultati importanti ed eccellere”) allo scopo di educare bene il proprio figlio.

Consiste in una forma di aggressività verbale espressa attraverso azioni che invadono il sé interiore del bambino e manipolano i suoi pensieri e comportamenti, non riconoscendo l’identità psicologica del bambino con i suoi confini e la sua unicità e indipendenza.

Costituisce una fonte di vulnerabilità per lo sviluppo di disturbi psichici nel bambino.

Il controllo psicologico si esercita attraverso:

  • induzione della colpa
  • amore contingente (amore solo in caso di buone performance)
  • infondere ansia
  • non riconoscere la prospettiva del bambino.

Vi sono due tipologie di controllo psicologico: una riguarda il controllo psicologico orientato alla dipendenza, che ha lo scopo di tenere il bambino entro i confini emotivi e fisici (correlato con problemi interpersonali) e l’altra riguarda il controllo psicologico orientato al successo, che ha lo scopo di rendere il bambino conforme alle proprie norme parentali per le proprie prestazioni (correlato con problemi di realizzazione e perfezionismo).

Valentina Bennati