TRAUMA E CORPO: connettersi con le sensazioni fisiche

Le vittime di traumi non possono guarire finché non familiarizzano con le loro sensazioni corporee. Il corpo dei bambini abusati, per esempio, è teso e sulla difensiva almeno fino a quando non riescono a trovare un modo per rilassarsi e sentirsi al sicuro.

Prendere consapevolezza del proprio corpo, delle proprie sensazioni fisiche e del modo in cui il corpo interagisce con il mondo che lo circonda è il primo passo verso il cambiamento.

Il percorso terapeutico con questi pazienti inizia aiutandoli prima di tutto a notare i vissuti del loro corpo, le sensazioni fisiche e successivamente a descriverli.

Parte del lavoro è dedicata anche all’individuazione delle sensazioni associate al rilassamento e al piacere. Si cerca di aiutare la persona a prestare attenzione ai minimi cambiamenti corporei, come il senso di oppressione toracica o i tremori agli arti, quando parlano di eventi negativi.

In questo modo aumenta la loro consapevolezza del respiro, dei propri gesti e dei movimenti.

Valentina Bennati

TRAUMA E DIPENDENZA DA INTERNET

Il trauma può essere definito come la conseguenza all’esposizione di un evento doloroso, imprevedibile, che va al di là delle capacità di gestione del soggetto, tale da generare in chi lo subisce un’interruzione o un danno alla propria integrità fisica e mentale. L’evento critico al quale è esposto il soggetto viene definito evento traumatico.

In letteratura esistono diverse ricerche che evidenziano uno stretto legame tra trauma e dipendenza.

Molti studi indicano il trauma come potenzialmente minaccioso per il successivo sviluppo di una dipendenza da sostanze, da alcool, da gioco d’azzardo e dal sesso.

Traumi infantili possono facilitare lo sviluppo di una dipendenza da gioco d’azzardo offline e online. Sono stati riportati, in diversi campioni di giocatori d’azzardo patologici, tassi di abuso sessuale infantile che vanno dal 22% al 56% per le femmine e tra il 6% e il 45% per i maschi (Dion et al., 2015).

Secondo alcuni autori, la vittima di abuso rientra nel gruppo dei “giocatori emozionalmente vulnerabili”, i quali, oltre a fattori innati predisponenti, giocano d’azzardo motivati dal desiderio di modulare i propri stati affettivi e/o soddisfare specifici bisogni psicologici. Il gioco d’azzardo patologico può quindi essere visto come una strategia disfunzionale per fuggire, prendere le distanze o ridurre lo stress derivante dal trauma infantile subito (Blaszczynski & Nower, 2002).

Alcuni studi sottolineano la rilevanza di un’esperienza traumatica nel successivo sviluppo di una dipendenza cyber-sessuale e in generale indicano le vittime di abuso sessuale infantile come soggetti potenzialmente a rischio di sviluppare comportamenti disfunzionali legati al sesso (Kuzma & Black, 2008).

Valentina Bennati