TRISTEZZA E CIBO: RIMEDI PER LA FAME EMOTIVA

Mi sento solo, abbandonato da tutti. Stasera ho proprio bisogno di un hamburger gigante con patatine fritte!

Anche oggi il mio capo non ha riconosciuto l’impegno e la fatica che ho messo in quel lavoro. Ma io appena uscita sono andata al supermercato e che soddisfazione riempire il carrello della spesa fino al bordo!

L’esame è andato male un’altra volta… Devo assolutamente mangiare quella barretta di cioccolata per tirarmi su!

Quante volte pur di non sentire la tristezza continuiamo a mangiare talvolta con l’impressione di non riuscire a fermarci? Preferiamo sfogarci sul cibo, concentrarci su ciò che mangeremo piuttosto che vivere quella tristezza che ci divora nel profondo. Il cibo diventa una distrazione e iniziamo a mangiare per evitare la tristezza e la solitudine.

Cosa ci impedisce di esprimere la tristezza?

La tristezza è vista come un’emozione negativa, da evitare. Quando ci viene da piangere ci tratteniamo per paura di apparire fragili o per il timore di perdere il controllo su noi stessi. Oppure perché non vogliamo che le persone a cui teniamo ci vedano stare male. Il cibo può diventare il nostro alleato, non delude mai e ci permette di non ferire nessuno. Non ci accorgiamo però che stiamo facendo male a noi stessi.

Come smettere di sfogarsi sul cibo?

Concediamoci di avere momenti no, viviamo la tristezza senza averne paura.

Chiediamoci: perché siamo tristi? Cosa è accaduto?

Cosa sto pensando in questo momento? Di cosa ho bisogno?

Cosa potrei fare in alternativa a mangiare e sfogarmi sul cibo?

Piangere e vivere la tristezza ci permette di lasciarci alle spalle un momento difficile ed andare avanti.

Accogliamo la tristezza e accettiamo di sentirla. Solo così evitiamo il rischio che a lungo andare diventi uno stato depressivo.

Valentina Bennati

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